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al testo di Gil
Ricordi d’acqua
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Le tue mani di madre curavano la fame di tenerezza che un figlio porta in sé come stigma di nascita
e diventava festa la vigilia di ogni festa: la bagnarola azzurra il talco sulla pelle, il pigiama pulito.
Era, quello, il rito delle madri, la lingua popolare di un cortile, l'eco di un'altra possibilità.
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Gil
- 22/02/2020 12:14:00
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Grazie, Lorenzo, contento del tuo passaggio.
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Lorenzo Tosco
- 21/02/2020 11:20:00
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Concordo con Laura Turra che questa è una bella poesia, un ricordo gentile di un tempo passato, quando le mani della mamma scaricavano in una bagnarola, nel cortile, con tutte quegli atti, la "fame di tenerezza" che è insostituibile retaggio delle madri. Il linguaggio è pieno di sincero sentimento, e voglio sperare che lAutore sia davvero così, come lo è questo strimpellatore che ha il solo difetto (grosso in questi tempi) di dire sinceramente ogni volta quello che gli passa nella testa. Saluti.
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Gil
- 21/02/2020 08:41:00
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Grazie, Laura!
Un caro abbraccio
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Laura Turra
- 21/02/2020 08:24:00
[ leggi altri commenti di Laura Turra » ]
Sì, Gil, la lingua popolare di un cortile come tanti allora, anche il mio. Quel rito prefestivo dentro una tinozza che pur piccola ci pareva il mare. E quelle mani che si prendevano cura… Un bellissimo ricordo. Mi hai commosso il cuore. Ti abbraccio.
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